“Continua la mia avventura a Santa Victoria Este anche se l’autunno che avanza mi ricorda che è tempo di tornare a casa.
E così mentre provo a prepararmi a salutare il Chaco con i suoi paesaggi liberatori, i suoi volti narranti e gli sguardi profondi come il cielo stellato, girovago con la mia bicicletta (o qualche moto) per un ultimo racconto Wichi o Chorote.
C’è Fidelina che mi offre un delizioso pollo al forno mentre ci raccontiamo quanto sia meraviglioso ricercare le proprie radici. Lei trasmette quella forza nel salvaguardare la memoria dei suoi avi restando ‘agganciati’ alla società di oggi per portare un cambiamento reale. Poco più avanti, dall’altro lato della strada c’è Andrès che mi accoglie con un sorriso disarmante.
Pedalando ancora un po’ c’è Eduardo, maestro bilingue giovanissimo ma con un’esperienza alle spalle di scrittura e lettura in Wichi da poter già scrivere un libro. Con lui puoi stare ore a parlare di educazione, significati, traduzioni e formazione interculturale.
Sì formazione, quell’enorme e meravigliosa responsabilità che hanno educator*, genitori, operator* e maestr* nel permettere ad ognuno di sviluppare i propri sogni;
quell’azione di cura che dovrebbe essere la punta di diamante di ogni buona politica;
Quello strumento che ti permette di conoscere e difenderti da una società tanto ingannevole come quella “dei bianchi”, la nostra.
Formazione nel senso di possibilità, di co-costruzione, di interscambio di saperi, è questa la parola che lega con un unico filo questi ultimi incontri, un diritto che troppo spesso resta solo un privilegio per poch*.”