Italia, Fase 2. FUNIMA International accompagna le famiglie nel percorso educativo dei figli.
A cura di Alice Valeri
Questo periodo di stop forzato ci porta ad una profonda riflessione. Ho pensato quale sia la sfida educativa che il COVID-19 pone ai servizi che si occupano dell’infanzia, non solo in ambito economico e sanitario, ma anche in ambito pisco-affettivo; e credo che la vera sfida non sia tanto la didattica a distanza quanto più la costruzione di nuove forme di didattica di vicinanza.
E’ risaputo, che i bambini hanno bisogno di corporeità; durante i primi 7 anni di vita sono impegnati a costruire la loro casa fisica. L’apprendimento non soltanto cognitivo, ma di una qualsiasi competenza, passa attraverso il fisico, il movimento, i sensi ed il poter fare. I processi di acquisizione di competenze si costruiscono attraverso l’esplorazione, il fare esperienza diretta e la possibilità di tessere relazioni significative.
Sappiamo bene come quanto detto sopra non sia possibile attraverso le lezioni frontali ed il mondo del virtuale;
lo sanno bene gli insegnanti della scuola dell’infanzia e della primaria, che assolutamente impreparati, hanno dato vita alla didattica a distanza; come ugualmente ne sono coscienti i genitori che si sono ritrovati anch’essi ad essere dall’oggi al domani i maestri dei propri figli.
La fretta e la preoccupazione che i bambini potessero perdere qualche mese di scuola, la paura di terminare un programma, forse ci ha fatto perdere il collegamento con la realtà e con quello che i fanciulli stanno vivendo nella loro interiorità.
Quegli stessi bambini che dall’oggi al domani, senza poter elaborare il tempo del distacco, si sono ritrovati in quarantena, hanno continuato, con tempi e modi diversi, la scuola a casa: compiti, interrogazioni e collegamenti continui.
Un bagno di realtà è quello che ci serve in questo momento. Dovremmo domandarci profondamente di cosa hanno davvero bisogno i bambini che abbiamo di fronte. Quanto sapere c’è in quello che sta accadendo e quanto di tutto questo può essere utile per la loro vita futura?
Pedagogia del reale: imparare dal presente per dialogare con il futuro.
Non è forse uno dei compiti più importanti della scuola, preparare i giovani alla vita?
Noi esseri umani siamo collegati gli uni agli altri e interconnessi a ciò che ci accade intorno. La crescita di un individuo e la possibilità di acquisire nuove competenze non è indifferente dall’ambiente in cui si apprende.
Ed è da questo che dovremmo ripartire e spostare i confini virtuali per creare legami virtuosi.
La pedagogia del realeva quindi intesa come studio dell’uomo e dell’ambiente in cui vive e attraverso le osservazioni che ne derivano tracciare il piano necessario per la sua crescita.
Fin’ora i nostri interlocutori sono stati i bambini, ma il dialogo con il reale, con la fattibilità, ci parla chiaro e ci comunica che è arrivato il tempo di costruire una vera comunità educante e istaurare un colloquio attivo con i genitori considerandoli come alleati educativi,fornendo loro gli strumenti necessari per accompagnare i loro figli nel percorso evolutivo ed affiancarli nelle attività quotidiane.
Questa quarantena può assumere le sembianze di una riabilitazione alla vita ed essere una preziosa rivelatrice di quello di cui c’è davvero bisogno.
E’ necessario che l’adulto, in veste di genitore, risvegli in lui l’amorevole intelligenza del prendersi cura perché gli eventi nocivi o difficili, se osservati sotto la lente d’ingrandimento, possono trasformarsi in esperienze arricchenti per il bambino, può giovarne il suo senso di padronanza delle situazioni e le sue capacità di recupero.
Noi educatori dovremmo riprogettare la nostra presenza con le famiglie, accompagnarli come loro accompagnano i loro figli, essere per loro sostegno emotivo con un atteggiamento di cura e di ascolto. Entriamo in punta di piedi nelle loro case, facciamo un passo indietro, mettiamoci in ascolto, non solo dei bisogni dei bambini, ma anche di quelli dei genitori, perché se davvero crediamo che il primo dovere dell’adulto in una situazione di emergenza sia badare al proprio stato emotivo, in virtù del fatto che una presenza calma, rassicurante e competentepossa garantire al bambino lo spazio necessario per crescere in modo armonioso, se alla base del nostro pensare pedagogico c’è che conta più quello che siamo e come stiamo, allora dobbiamo inevitabilmente mettere al centro del nostro fare educativo non solo i bambini ma anche i loro genitori.
Questo tempo sospeso può essere per le famiglie un tempo nuovo in cui osservare,senza gli occhiali difettologici, i comportamenti dei loro figli e rivelare le domande invisibili che sottendono, per scoprire le narrazioni nascoste nei loro giochi simbolici. Dolto, pediatra e psicoanalista francese, sosteneva che i bambini sono i nostri migliori psicoanalisti. Prendiamoci questo tempo per pesare le parole, per sceglierle con cura una dopo l’altra, per ristabilire connessioni interrotte, per allargare i confini e disegnare nuovi finali.
I bambini erediteranno i frutti della nostra semina. Il futuro avrà bisogno di uomini e donne ricchi d’anima, non di un sapere freddo e senza coscienza! Il futuro necessita dipersone capaci di osare, di tracciare nuovi sentieri e di riscoprire nuove strade! Questo sarà possibile solo se lo faremo insieme. E’ una presa di coscienza collettiva quella di cui abbiamo bisogno. Questo anche in campo educativo perché loro, i bambini, nostre divinità domestiche,portano in gestazione l’umanità del domani.
Il mio vuole essere un invito cortese a tessere una nuova trama sociale di modo che il domani possa essere diverso dall’oggi, partendo dall’infanzia; tanto chiacchierata ma così poco considerata.
Per essere di aiuto a questa rivoluzione pacifica, a questo nuovo paradigma educativo comunitario, vi offriamo uno spazio di parola dove ascoltarvi e sostenervi nelle difficoltà di essere genitori oggi, un luogo protetto e non giudicante per far riscoprire a voi genitori il vostro infinito potenziale educativo sommerso dalle macerie del vissuto biografico e dai “tanto siamo cresciuti tutti”.
Nel prossimo post troverete tutte le informazioni relative al percorso di assistenza all’infanzia da noi proposto.
Alice Valeri
Maestra Waldorf in formazione come pedagogista curativo per FUNIMA International.
Visita: www.funimainternational.org
Scrivici: +39.346/7567255
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