Cecilia Tiberi, volontaria abbruzzese, racconta la sua esperienza di volontariato internazionale.
Si dice guardare in faccia la realtà. Ma siamo sicuri che la realtà si veda con gli occhi? Io non penso. La realtà, quella vera, si percepisce con dei sensi che noi, forse, ancora non abbiamo scovato.
Altrimenti non c’è ragione per cui, guardando il verde paesaggio abruzzese, fatto di campi, alberi, prati e giardini fioriti, si possa sentire nostalgia delle sconfinate praterie andine dove cespugli radi e bassi si estendono a perdita d’occhio inframmezzati qua e là da qualche raro cactus; o cercare, invece di rigogliosi boschi le stupende montagne della Puna, fatte di sassi e rocce, costellate di cactus ultracentenari che si innalzano al cielo come mani, a chiedere aiuto. Alzo gli occhi al cielo, qui in Italia, e cerco il cielo blu intenso, senza nuvole, senza aerei, dove il condor ci sorvola curioso, per capire cosa ci faccia questo gruppetto di umani nel suo territorio sconfinato, mentre con spirale perfetta sfruttando le correnti ascensionali rimaneva sopra di noi ma ad altezze sempre più vertiginose.
E la bellezza? Anche quella è invisibile agli occhi. Quella vera la senti, ti sommerge come un’onda e ti lascia senza fiato, ma col desiderio si sentirla ancora, ed ancora. La bellezza di un uomo e di una donna che hanno deciso di dedicare la propria vita agli altri, tutto il giorno, tutti i giorni, mese dopo mese, anno dopo anno. Instancabili, hanno la fede e la costanza di andare a raccogliere il pane, le donazioni di cibo, vestiti e scarpe, e giocattoli per i più piccini; controllarli uno per uno, dividerli secondo le esigenze e poi preparare le borse da portare ai loro fratelli, gli ultimi fra gli ultimi, fedeli a loro stessi e alla richiesta di dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati,vestire gli ignudi, visitare gli infermi. E’ perchè seguono una religione? No. Questa non è un’esigenza dettata da frasi vuote, ma un sentire che nasce da un’umanità profonda e da un’etica elevata, che rende impossibile starsene comodi nelle proprie case calde ed accoglienti sapendo che il tuo vicino muore di freddo e fame in una casa di terra, con un tetto di lamiera, senza riscaldamento, luce, acqua, e senza pane per sfamare sè ed i suoi figli. Queste persone trasmettono un amore che ti avvolge come una calda coperta, e rende possibile al corpo cose che non pensavi di poter fare, perchè hanno attivato dentro di te una sorgente di energia che non sapevi di avere, e che è inesauribile. Per questo sei sempre pieno di amore, energia, voglia di fare: in realtà tu stai dando sostentamento materiale ma ricevi molto, molto di più, perchè tutti quelli che incontri nutrono la parte più importante di te, quella vera, l’unica parte di te che in realtà conta: il tuo Spirito.